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martedì 2 giugno 2009

Il Catrame della Riconciliazione


























Che gioia quando il catrame "momentaneo" viene gettato sulle strade scarificate di Marinella.

(Selinunte la lasciamo guardare dall'alto di lu fusu di la vecchia per il momento).

Sembra un serpentone che cresce a meta'. Meta' oggi meta' domani e poi chissa' se le linee bianche della mezzeria saranno dipinte e quanto dopo. Delle linee esterne di rimessa laterale non abbisogna la statale; l'erba natural-biologica ingiustamente chiamata fratta comincera', molto presto, a delimitare l'arte del catrame e della vomitevolmente complicata filosofia politica.

L'asfalto e' a buon prezzo dalle nostre parti, lo produciamo con considerevoli ritorni per chi lo dona con amore e poi ha la caratteristica di riproporsi automaticamente durante i periodi elettorali. Un asfalto d'urna. Le tecniche di asfaltaggine rispondono solo alle leggi non chimicofisicostrutturali ma a quelle semplicistico inculatorie, quindi concorderete con me, non fatte per durare ma per coprire e riproporsi.
Un bianchetto vestito di nero. Che nostalgia li carruzzati e lu pruvulazzu, cose vive da vivi e dal colore piu' rassicurante. E se si facesse un passo indietro?

Marinella si ripropone per la stagione abortoturistica con un bel mantello nero nuovo nuovo. Decoro! Decoro! Urla l'Urlo e quelli di I Love, c'e' l'abbiamo fatta e' finita, il comune ci ha regalato una montagna di catrame!
Ma questo e' solo l'inizio rassicurano tutti, arriveranno anche i fiori e le facciate ridipinte, gli spettacoli pirito_tecnici e gli ombrelloni piantati, piantumati stratificati e quantaltro vorrete basta accordarsi, senza gridare.
Si si tutti daccordo, faremo il possibile per come dite voi, per ora un po' di catrame, piano piano, le idee ci sono eccome! I voti pure! Tutti ne hanno una di idea (formidabile e l'unica soggettivamente vera), anche se un pizzico diversa ma non accumunabile ad altre se non con
qualche modifica inciuciatoria se possibile. Comunque diversa.
Diversa.

La negativodiversicazione, quella che annulla tutto, spalmata sotto quel catrame che unisce. Il catrame della concordia.
Senza unita' d'intenti, sospettosi perche' l'altro sta' sicurissimamente cercando un proprio tornaconto. Ma cchi vo' fari lu capitanu?

Che stretto questo manto che soffoca, che tarpa le ali, che rassegna ed insegna al niente cambia mai. Ma non sappiamo perche' niente si puo' cambiare; e' un assioma culturale* il nostro.

*(leggi culturale come: "sabbie mobili merdaiole")

Ogni tanto delle bolle salgono dal fondo della pentola che non bolle veramente mai. In superficie c'e' freddo, sei solo o due o tre, quasi un pazzo, un ridicolo, un emarginato che non accetta il sistema delle cose veni sfuttutu. Accussi' e'!
I cavalieri, i guerriglieri, i liberi sono lasciati senza seguito ne consenso, non hanno capito da che parte stare dicono, invece quelli hanno capito benissimo la giusta parte, ma non ci stanno. Non stanno dalla parte del catrame. Da quella della Liberta' d'asfalto proprio no.

A Gianvito non bruciavano le piante dei piedi sull'asfalto estivo, quello ondulatamente caldo.
Lui il catrame lo calpestava fiero, lui come me. Gianvito e le cannucce di tubi di rame lunghi da tagliare a misura, usate poi a mo' di arma bianca e caricate a "pitini" di eucalipto o se andavi a
cercare bene, il lusso del caccamo da spolpare.
Che polmoni Gianvito, il suo soffione ci faceva temere la sua cannuccia e la bocca caricata a raffica.
E poi il mare...

Lu fusu di la vecchia, dall'alto della sua statura statuaria se ne ride beffarda. Gianvito continua da un'altra parte. Io voglio. Gli altri non si sa.

Con affetto a Gianvito Matteucci anima di Scirocco, della vita sensibile guerriero.

"Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera"


Li Scarioti di Selinunte

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"E' chiaro che il pensiero dà fastidio
anche se chi pensa e' muto come un pesce
anzi un pesce e come pesce è difficile da bloccare
perchè lo protegge il mare com'è profondo il mare"