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venerdì 3 luglio 2009

Recensione Swoon 2009 – Silversun Pickups










La prima tentazione nel classificare i californiani Silversun Pickups e’ quella di ascriverli alle nuove correnti shoegaze (neo gaze) fiorite negli ultimi anni (il genere prende il nome dalla necessaria abitudine dei chitarristi di gurdare in basso, verso le scarpe, per l’uso frequente cha fanno dei pedali). E i Silversun Pickups si inseriscono sicuramente nel solco tracciato da My Bloody Valentine, Sonic Youth, Slowdive, Ride, per citarene alcuni. Molti dei loro brani costruiscono il tipico “muro sonoro” di chitarre distorte, in un crescendo musicale che parte da profondita’ remote e ovattate ed emerge in superfice dando luogo ad una cortina sonora sempre piu’ fitta e invischiante.

Ma i Silversun Pickups sono riusciti da subito a creare un proprio sound grazie alla loro originale rielaborazione dei generi musicali rock alternative. Ed ecco che dai loro brani affiorano richiami a generi e gruppi diversi, il grunge e i Nirvana, lo stoner e i Queens Of The Stone Age, gli Smashing Pumpkins (questo in realta’ il paragone piu’ frequente ma anche il meno calzante).

Il loro precedente album Carnavas e’ tra i migliori dischi del 2006 e la bellissima Lazy Eye gli e' valso un discreto successo in America. Ha raggiunto la posizione n. 5 nella classifica delle Hot Modern Rock Tracks di Billboard: li ha portati al Letterman Show, a fare da colonna sonora in un episodio della serie televisiva the O.C., fino a finire nel videogame Guitar Hero.

Dopo tre anni d’attesa esce Swoon. Commentando il titolo dell’album il cantante Brian Aubert ha dichiarato: ricordo di essere andato a cercare la defizione: “un collasso improvviso dovuto alla mancanza di afflusso del sangue al cervello”.
Il pezzo d’apertura There's No Secrets This Year restituisce senza tentennamenti le loro sonorita’. I Silversun Pickups sono tornati con le loro chitarre distorte, il basso avvolgente, la batteria pulsante e la dolce voce graffiante di Brian Aubert.
Musiche e liriche dell’album mostrano un’elevata ispirazione compositiva della band.

L’ammicante semplicita’ della prima traccia e’ spazzata via ancor prima della sua conclusione. Il finale traghetta verso The Royal We e in pochi secondi sono racchiusi i temi dell’intero Swoon. Un arpeggio introduce il giro portante e Aubert canta: “…you better make sure you're looking closely / before you fall into your swoon”. Il sentiero e’ tracciato, il tempo definito: e’ l’attimo eterno dell’attesa in cui gli stati d’animo si aggregano nel momento che precede la perdita dei sensi, tempo quasi fermo che stilla fino all’ultima emozione, ultimo spazio per la speranza prima della disfatta. Swoon e’ il racconto sfocato di moti interiori, di scatti e riflussi della coscienza tesa come un elastico nell’attimo che precede il collasso, asfissia da aria viziata.

The Royal We racconta di una lotta disperata, anime sotto assedio sospese nella flebile speranza che qualcosa cambi presto. La musica cresce di distorsione in distorsione insieme al tono della voce di Aubert e il muro sonoro raggiunto nel finale rappresenta una delle vette piu’ alte dell’intero album. Simile per pathos e trama compositiva, sviluppata intorno ad un basso avvolgente, l’ottima Growing Old Is Getting Old mette di fronte alla caducita’ dell’esistenza.
In Panic Switch basso e chitarra si avvitano a formare una melodia incisiva e claustrofobica, accentuata dai controtempo della batteria. Parole criptiche e crepuscolari per un’esistenza che sta aspettando, scomparendo, fluttuando via.
Con la sola eccezione della bella Sort Of, le successive canzoni variano il registro musicale. Rallentano i ritmi, abbassano il volume. In Draining la batteria e’ morbida e pacata mentre Substitution con il suo ritmo semplice e sbarazzino conquista al primo ascolto, correndo tuttavia il rischio di essere altrettanto velocemente dimenticata.
Catch and Release si apre con un giro musicale che ha qualcosa d’ipnotico e familiare (Polly dei Nirvana?) e che si sviluppa in maniera raffinata fino ad aggiungere il violino nel finale, forte di un testo di altissima intensita’.

La prova del secondo album e’ pienamente superata. I Silversun Pickups si confermano una delle realta’ piu’ interessanti del panorama musicale, i loro pezzi sono pieni di brio e passione, i loro testi evocatvi e ispirati. Possibile limite dell’album e’ quello di essere rimasto negli argini tracciati da Carnavas, anche se collocarsi nell’onda lunga dell’album precedente e’ gia’ un gran traguardo.
Si guarda con fiducia al futuro. Questi ragazzi di LA hanno tante energie da spendere, talento, qualcosa da dire e un modo di suonarlo.

TRACK LIST

1. There's No Secrets This Year
2. The Royal We
3. Growing Old Is Getting Old
4. It's Nice to Know You Work Alone
5. Panic Switch
6. Draining
7. Sort Of
8. Substitution
9. Catch and Release
10. Surrounded (or Spiraling)

1) Scrivi il titolo di una canzone
2) Premi "Get Tunes" e...goditi l'anteprima



Li Scarioti di Selinunti

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"E' chiaro che il pensiero dà fastidio
anche se chi pensa e' muto come un pesce
anzi un pesce e come pesce è difficile da bloccare
perchè lo protegge il mare com'è profondo il mare"