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mercoledì 8 luglio 2009

“Mi trovo nto mezzu…chi fazzu?”


















– Antologia poetica stile “botta e risposta”, in versi siciliani –

“E fù cosi’ che i nostri ‘magnifici sei personaggi in cerca d’autore’ (in allusiva chiave pirandelliana) raggiunsero la pace dei ‘sensi’ con …buon senso. Trovando poscia il comun denominatore per dipanare una matassa (abile nel superare autentici gigantissimi marosi, nel suo dipanarsi temporale) che auguro di cuore possa essere foriera di un proficuo lavoro comune, mirato indubbiamente a far lievitare sempre più l’amore per il dialetto siciliano e conseguentemente per la nostra poesia dialettale.”

Mi è piaciuto aprire questa prefazione con una chiosatura d’istinto. Una ‘ouverture’ che vuole essere anche una presa d’atto della messa a dimora di una prima pietra per un progetto a lunga gittata, voluto fortemente dall’Alas Jò di Buseto Palizzolo -storicamente la prima Associazione in provincia di Trapani, ad intestarsi una iniziativa di tale portata- che scommette fiduciosa sull’impegno di chi vi opera e continuerà a spendersi, affinche’ lingua siciliana e poesia in dialetto vengano prese a cuore dalla nostra gente.

A cominciare dalle fasce scolari più giovani e sulla scorta preziosa della memoria delle attuali generazioni più ‘in età’.. Ritengo davvero vincenti queste premesse anche alla luce di quanto stà accadendo nel panorama nazionale, dal quale giungono giornalmente notizie di Regioni che hanno introdotto nelle scuole primarie lo studio del dialetto e quindi la traduzione in lingua italiana e viceversa, di brani poetici o di narrativa. Chiaro che anche in questo, in Sicilia, continuiamo comunque a dimostrare di essere primi! E possiamo sottolineare che l’Alas Jò, in questo campo, ha fatto centro! Siamo al cospetto di un lavoro in dialetto che affascina e coinvolge, e si fa leggere tutto d’un fiato, quasi a voler scoprire subito come và a finire una vicenda di botta e risposta in versi –quasi un “prontismo epistolare”- imbastita da un ‘tripporu’ che diventa quartettu, quindi cinchina e poi quasi ti fa presagire la …tombola, ma arriva il compattarsi di un sestetto che è il massimo risultato utile auspicabile e raggiungibile.

Si legge appropriatamente:“..a l’urtimu ‘n gruppu ‘ngrannutu:né quattru, né cincu ma sei…chi dettiru certu l’avviu,stu’ “gruppu putenti partìu”…Doveroso comunque sottolineare –come si legge nella parte iniziale- che la …Musa ispiratrice è stata senza alcun dubbio –con il suo “Tripporu”- la sensibilissima poetessa Palma Mineo. Poi è tutta una avvincente serie infinita di sonetti –con tutti i crismi- rigorosamente in verso endecasillabo od anche in nona, che potranno soltanto deliziare i lettori. Ad essi infatti viene qui offerta la possibilità di apprezzare –sia pure in diversificati vernacoli muntisi, busetani, trapanisi, casteddammarisi con accenni pure mazzarisi- anche la perfezione e la naturalezza di versi che magari a volte ci si aspetterebbe soltanto da ‘”jaddinazzi e vecchi marpiuna”, in perfetto connubio vecchio e nuovo sempre alla base di qualsiasi crescita socio-culturale.

Ma scopriamoli subito questi protagonisti, dei quali alcuni sono già nettamente affermati, altri sono sulla buona strada e magari cominciano a far passi da gigante. In rigoroso ordine alfabetico, per carità, non essendo intensione mia simulare classifiche che alla fine prestano il fianco alle più disparate interpretazioni: il giudizio che conta siano i lettori ad esprimerlo! Cominciamo quindi con Dino Altese da Erice San Cusumano: “u pueta-lisinedda”, per via della sua saggezza nel far poesia usando spesso versi pungenti e metafore che alla fine fanno breccia e ‘pertugio’ in modo indolore. Il …dinosaggio della compagnia! Antonino Barone da Trapani: il poeta-console, essendo di fatto ‘console’ del Gruppo dei Massari (tra i più benvoluti gruppi statuari dei celebri Misteri di Trapani), massari-cuntenti appunto per essere stati valido supporto delle sue motivazioni ed esternazioni in versi che lo vedono “ascoltare la gente, riflettere sulle piccole cose e sulle memorie del presente e del passato”. Alberto Criscenti da Buseto Palizzolo: il poeta-dolcestilnovo (vulcanico ‘braciere’ sempre in piena attività, di tutto questo intenso movimento poetico-linguistico), essendo arcinota la sua predilezione per certi autori del docestilnovo e per la poesia …amorosa, che lo hanno spinto anche a far da ‘culla’ dando i natali a diversi poeti dialettali della nostra terra, cresciuti grazie al pigmalione-Criscenti. Giuseppe Gerbino di Castellammare del Golfo (ultimo …nato del gruppo, in ordine di tempo, ‘u cacaniru’ si diceva un tempo): il “poeta-applicato” per via del suo grande impegno attuale, in questa sua personale fase di crescita e apprendimento del campo poetico espressivo e costruttivo, che evidenzia già tanta sensibilità d’animo. Vito Lumia, nativo di Mazara ma vive a Trapani: è il “pueta-paladinu” e della koinè, sempre a difesa degli umili, contro ogni forma di ingiustizia e prevaricazione, paladino della lingua e della sicilianità, che ha fatto scuola e ne farà ancora in campo poetico e linguistico scritto, grazie ai suoi costanti studi d’approfondimento e conoscenza. E’ il “dopo Buttitta” del Gruppo. Giuseppe Vultaggio di Erice (Casa Santa): il poeta-musico, di grande versatilità ed articolazioni, grandi e profonde intuizioni e contemplazioni narrate sui grandi valori della famiglia e della vita.

Un cultore di musica, suonatore e cantore nei cui versi suoni, musicalità e ritmi restano alti, suggestivi e intensi senza scadere mai nel ‘litanioso’. Ai suddetti voglio proporre una sfida nella sfida –con l’augurio che raccoglieranno, come suol dirsi , il guanto-: volete trovare il coraggio di cimentarvi in cuntrasti e prontismo in diretta, botta e risposta al volo, sfoggiando l’arte della improvvisazione, come ai vecchi tempi? Io stesso mi propongo ad arbitro della situazione e prometto di …non tirarmi indietro! La vicenda dibattuta e narrata vede Vultaggio e Barone da un lato, supportati in extremis a ruota da Gerbino (che non nasconde quanto lo renda orgoglioso il fatto di ritrovarsi a verseggiare, tra ‘colossi trapanesi della poesia in dialetto’) e quindi dallo stesso Criscenti ( bravo a fare da ‘patri-cinnituri’ per mediare un’intesa auspicata a 360°).

Quando sembra che tutto vada a rotoli, il miracolo che si consuma a tavola –all’insegna delle migliori tradizioni di presa per la gola- e vede quagliare l’intesa tanto inseguita ed al parto che mai fù più difficile, dopo che sua ‘altezza’ Lumia e sua ‘santità’ Altese (delusi ed amareggiati per l’accantonamento del glorioso ‘tripporu’ Altese-Criscenti-Lumia, sul quale ci sono riferimenti vari relativi agli osanna che anche il sottoscritto ebbe spesso ad elevare all’indirizzo dei tre) avevano ancheggiato fin troppo, magari …compiaciuti dagli insistenti …corteggiamenti dei giovani ruspanti Vultaggio, Barone e compagni, giunti a più riprese sull’orlo di una crisi di …nervi e di rigetto, per fortuna scongiurata ragionevolmente sull’onda di mamma poesia! E’ il 14 gennaio 2009 sera che viene finalmente ufficializzata la nascita di questa nuova “cordata poetica a sei voci” a Buseto, una “Song Poetica Siciliana”: il canto sentito e libero, appassionato e coinvolgente, rigorosamente espresso in soli versi in dialetto, che continuerà ad incontrare la gente a casa, nelle Chiese, nelle piazze come nelle Scuole, lungi da un clima salottiero. Sarà insomma il canto di “poeti moderati” che nulla vogliono concedere a poesie erotiche (‘peccati’ di poeti come il catanese Domenico Tempio e il trapanese Giuseppe Marco Calvino) o sperimentali. Molto invece alla nostra memoria, alle tradizioni, ai valori forti della vita, alla non violenza, alla giustizia, alla solidarietà, alla libertà. Sperando di potere contribuire a far crescere e costruire una Società più giusta e migliore, che sappia partorire figli degni di governare con saggezza ed amore. Se un grande come Andrea Bocelli, a fine 2008, ha lanciato nel suo repertorio internazionale una canzone popolare siciliana come “E vui durmiti ancora” (il cui testo è stato scritto dal poeta catanese Giovanni Formisano), cio’ lascia sperare che -cosi’ come grazie alla musica- anche grazie alla poesia siciliana ed alla cultura della nostra lingua, potrà compiersi qualche miracolo!

Giuseppe Ingardia

La presentazione è stata fatta a Buseto Palizzolo, presso il Centro Diurno Anziani, alla presenza di un folto pubblico -tra cui molti poeti della provincia di Trapani ma anche delle province viciniore- che ha applaudito vivamente la brillante performance dei poeti protagonisti della audace quanto riuscita iniziativa, promossa dall’Alas Jò di Buseto.Il lavoro è stato quindi presentato il prossimo 10 Maggio nel Salone d’Arte del Seminario Vescovile e quindi circuitato all’ Istituto Comprensivo “G.Pagoto” di Erice ed alla Biblioteca Multimediale di Castellammare del Golfo.

Li Scarioti di Selinunti

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"E' chiaro che il pensiero dà fastidio
anche se chi pensa e' muto come un pesce
anzi un pesce e come pesce è difficile da bloccare
perchè lo protegge il mare com'è profondo il mare"