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venerdì 3 luglio 2009

Democrazia: sinonimo di voting?


























"Novembre 2003. Migliaia di persone scendono in piazza a Tbilisi per protestare contro i presunti brogli elettorali che avrebbero così consentito nuovamente all’ottantenne Eduard Shevarnadze di essere eletto Presidente della Repubblica: la Georgia è catapultata sulla scena internazionale. Quella che sarà chiamata Rivoluzione delle Rose, e che ispirerà poi le altre rivoluzioni floreali o colorate, è salutata con entusiasmo e fiducia dalle democrazie occidentali: Shevarnadze dopo giorni di tensioni e manifestazioni di protesta rassegnerà le sue dimissioni e partirà alla volta di Mosca, dopo essersi assicurato l’immunità."

Il colore verde, la morte di Neda, censura e media internazionali che propinano ingiustizie. La verita' e' che in Iran, stato cosmopolita e di "standard" poco democratico, le elezioni le ha vinte Ahmadinejad. Un sondaggio della BBC che dava vincitore il vecchio presidente con rapporto di 2 a 1 spezza una lancia a suo favore. L'Iran ha votato e Ahmadinejad e' divenuto per volonta' maggioritaria popolare il presidente legittimo dello stato.

Il 10% delle schede ricontate hanno riconfermato sia alcune irregolarita' che il risultato; perche' se brogli ci sono stati si tratta di milioni di voti e non di alcune migliaia. I metodi repressivi, se visti attraverso la lente della legittimita' democratica del voto, mi sembrano voler ripristinare il diritto piu' che crear dittatura.
Ma allora a chi non piace la ri-elezione di Ahmadinejad?
Le rivoluzioni colorate non sono una novita' nel palcoscenico politico mondiale e quella verde in corso in Iran e' sostenuta dalla parte piu' benestante della popolazione che si concentra a Teheran, in particolare in due quartieri dove lo stile di vita e i consumi sono di molto superiore all'iraniano medio. Nel resto del
paese non si muove una foglia.

Il malefico nucleare Iraniano (perche' l'Iran sta' dalla parte dei "cattivi" che sia chiaro) ha tambureggiato nei media nazionali ed internazionali costantemente con sottofondi di apocalisse e distruzione. Che idiozia! Perche' dovrei fidarmi degli altri stati "buoni" dove invece le bombe nucleari sono gia' di fatto pronte negli arsenali? L'Iran vuole arricchire l'uranio a scopi civili e non militari. Cosa supporta la mia affermazione?

Nel 2004 l'Ayatollah Ali Khamenei emano' una fatwa che descrisse l'uso delle armi nucleari immorale, prima ancora l'Ayatollah Ruhollah Khomeini dichiaro' che le citate armi sono da considerarsi non-islamiche. In un sermone lo stesso Khamenei disse che: "lo sviluppo, la produzione e lo stoccaggio di armi nucleari e' vietato dalle leggi Islamiche". Certo potrebbero tutti dire delle grandi e buone bugie pero' siccome il regime Iraniano fa derivare la sua legittimita' dalla fedelta' all'Islam mi sembra troppo bizzarro il dichiarare costantemente che gli armamenti nucleari sono contrari all'Islam quando invece le si vuole produrre.

Un fatto certo che si ripropone non solo in Italia e' che la copertura mediatica fatta dagli "organi d'informazione" occidentali e' veramente imbarazzante perché rivela un servilismo verso i potenti davvero oltre ogni limite della decenza.
Vi ricordate l'elezione presidenziale Statunitense tra i candidati G.W.Bush e Al Gore del 2000 tra mille polemiche e 36 giorni di riconteggio dei voti e battaglie legali dove poi vinse Bush grazie a una decisione della Corte Suprema? Allora i media internazionali non invocarono imbrogli e complotti ma solamente un errore di conteggio delle schede.

Mi sembra chiaro che la situazione in Iran e' il risultato di qualcosa che va oltre il presunto broglio elettorale.
Teorie complottistiche a parte rimane rilevante che nonostante il forte desiderio di cambiamento la societa' iraniana e' divisa tra populisti e modernisti.

I populisti, rappresentati dal presidente Ahmadinejad, e' poco istruita, molto nazionalistica e anti-occidentale. I populisti sono ancora ipnotizati dalla forza di Khomeini emersa attraverso la rivolta contro il regime Shah pro-occidentale. Dall'altro lato ci sono i modernisti di mente aperta, orientati ad una visione piu' globale dello stato e sensibile all'identita' sessuale. I modernisti sono politicamente svegli ma non ancora sufficientemente organizzati.

L'Iran sara' forse giunto ad una svolta storico-politica che dovra' comunque essere risolta internamente senza interferenze; spero solo che Moussavi, vista la crisi che sta' creando, agisca per sete di verita' e giustizia e non per partito preso.

Li Scarioti di Selinunti

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"E' chiaro che il pensiero dà fastidio
anche se chi pensa e' muto come un pesce
anzi un pesce e come pesce è difficile da bloccare
perchè lo protegge il mare com'è profondo il mare"